La signora canta il “Blu”: Diana Ross
di Lucio Nocentini per Raro!
E’ estate avanzata 1971, quando Gil Askey, ex trombettista e arrangiatore per la Motown Records arriva davanti alla casa di Diana Ross, al 701 Nord Maple Drive, a Beverly Hills, in California. Cammina fino alla porta principale della casa ultramoderna e suona il campanello. La cameriera lo accompagna in soggiorno dove Diana, tenendo in braccio la sua bambina Ronda di un mese, è seduta per terra circondata da lp, tutti di Billie Holiday.
Delle cuffie giganti coprono la testa di Diana. I suoi occhi sono socchiusi. Mentre culla Ronda canta dolcemente accompagnando la musica che giunge alle sue orecchie. Love is funny – canta – or it’s sad. It’s quiet… or it’s mad. It’s a good thing… or it’s bad… but beautiful.
“Mentre ascoltava Diana che cantava,” ricorda Askey, “ho visto subito che si era trasformata. Era un’artista diversa: il modo in cui seguiva la musica, il modo in cui accarezzava le parole. Billie Holiday era entrata nell’anima di Diana e aveva rivoluzionato il suo approccio a cantare. Era miracoloso. Lady sings the blues e Blu, con il suo accompagnamento superlativo, rappresentano quel miracolo.”
Molto più di una semplice espansione del repertorio di un’artista. Blu è un approfondimento squisito di spirito e intento. Un momento di transfer ispirato da una generazione e da una cultura ad un’altra. L’estetica vocale di Diana è trasformata, come rilassata. Dodici anni dopo la morte della Holiday, avvenuta all’età prematura di 44 anni, la ventisettenne Ross si affaccia alla sfida artistica di una vita.
E’ particolarmente sorprendente che Blu come un album a parte, è rimasto inedito fino ad ora. Il contesto della sua creazione è affascinante: nel gennaio 1970, Diana ha dato il suo ultimo spettacolo insieme alle Supremes. La sua carriera da solista comincia subito dopo con la canzone Reach Out And Touch (Somebody ‘s Hand), un discreto successo. Il singolo seguente, però Ain’t No Mountain High Enough, il successo è smisurato. Quando Ross si trasferisce nella sua casa di Maple Drive, quella primavera, Mountain sta raggiungendo il primo posto in classifica. Nel gennaio ‘71 si sposa con il P.R. Robert Silberstein. Nell’agosto dello stesso anno, nasce Ronda, il padre della quale è Barry Gordy, l’amante di Diana da molti anni. Mentre sta succedendo tutto ciò, registrazione, amore, matrimonio, gravidanza, Gordy decide di andare a Hollywood e porta la Ross con lui. Il veicolo è la versione cinematografica di Lady Sings The Blues. L’autobiografia della Holiday scritta insieme al giornalista William Dufty, a metà degli anni ’50. Un progetto che Gordy stava sviluppando da anni. In mezzo a questa iper attività personale e professionale, Diana fresca sposa, madre e star solista deve diventare attrice e cantante jazz allo stesso tempo. E riesce in questa impresa. E’ testimonianza delle sue singolari capacità e della sua energia senza limiti.
Gil Askey che ha gestito gli spettacoli Supremes in passato e gestirà quelli solisti della Ross in futuro. Diventa responsabile della “reinvenzione” musicale di Diana. Organizza la colonna sonora, scrive insieme a Oliver Nelson e Benny Golson gli arrangiamenti meravigliosi e serve da guida alla cantante attraverso il mondo della musica jazz.
“Non dovevo insegnarle niente – ricorda Askey. “Diana ha studiato Billie così da vicino e così coscienziosamente che cantava senza sforzo. Sentiva un’affinità naturale per quell’artista blues. Capiva che la Holiday aveva una piccola voce ma che usava con grande intelligenza. Capiva istintivamente le sue sottigliezze utilizzate per trasmettere sentimenti come confusione e dolore”.
Il grosso della fotografia del film inizia nell’ottobre 1971. Alla fine di novembre, Gil porta Diana nella sala di registrazione per realizzare la colonna sonora. Scettici dall’inizio, i critici hanno cominciato ad affilare i coltelli. ”Non posso pensare ad una scelta meno adatta per Billie” diceva Leonard Feather, maestro di scrittori jazz che conosceva e produceva la Holiday in concerto in Europa.
Le sessioni vanno benissimo. Diana è superba.
Nel febbraio ’72, Gil e Diana tornano in sala per registrare ulteriori canzoni. Molti musicisti che partecipano ai pezzi sono gli stessi che suonavano con Billie. Harry “Sweets” Edison, per esempio è stato la tromba di Torching.
Ross supera il test brillantemente, applaudita dai musicisti stessi alla fine delle interpretazioni. Ha imparato che meno è più. Invece di anticipare il ritmo si sofferma, indugia, alla maniera della “signora del blues”, abbraccia i paradossi del dolce dolore e della gioia amara. Canta con sovreccitazione, ma mai esagerata. Racconta queste storie di tristezza e speranza con struggente sensibilità.
Blu è una testimonianza importante, che dimostra coraggio è amore. Avrebbe dovuto seguire il successo del film e non si sa perché sia rimasto inedito. Forse perché Gordy decise di trasferire Diana nel mondo del pop. Nel 1973 lo fa con Touch Me In The Morning: un enorme successo. La sua carriera da solista continua ad accrescere. Adesso, tre decenni più tardi, la pubblicazione di questo album dà alla sua brillante carriera una distinzione ancora maggiore, se possibile.
Blu è una scoperta inaspettata. Giravano voci su queste registrazioni fin da quando è stato lanciato il film Lady Sings The Blues. Gordy aveva detto che Diana è entrata così profondamente nel carattere della Holiday che alla fine cantava in maniera “troppo” jazz. “Nel film l’abbiamo dovuta riportare a canzoni più facili per il pubblico”. E’ stato un momento felice quando abbiamo riscoperto queste perle nascoste, prodotte e cantate con lo stesso amore e la stessa cura provate per le canzoni del film.
I primi dodici brani sono stati mixati velocemente e il titolo è stato scritto sulla scatola del nastro. In questo modo non è andato perso. Il numero di catalogo Motown M 749 assegnato, sembrerebbe indicare un lancio previsto ad aprile o maggio ‘72. All’interno dell’etichetta si era deciso di lanciare Blu solo se Diana avesse vinto l’Oscar. Alcuni discografici indicano, invece, M 749 un disco di artisti vari. Versioni alternative di Love Is Here To Stay, You’ve Changed, End My Man, sono stati inclusi nella colonna sonora di Lady Sings The Blues uscito nell’ottobre ’72. Little Girl Blue e Smile sono state rispettivamente incluse, ricantate e proposte con altri arrangiamenti negli album Touch In The Morning (maggio’73) e Diana Ross (marzo ’76). I bonus-tracks Easy Living, Solitude e He’s Funny That Way, sono stati registrati per la colonna sonora del film, ma poi scartati. L’altro bonus, T’ain’t Nobody’s Bizness If I Do è una versione alternativa a quella inclusa nella stessa colonna sonora.
Track-list:
What A Diff’rence A Day Makes
No More
Let’s Do It
I Loves Ya Porgy
Smile
But Beautiful
Had You Been Around
Little Girl Blue
Can’t Get Started With You
Love Is Here To Stay
You’ve Changed
My Man (Mon homme)
Bonus tracks:
Easy Living
Solitude
He’s Funny That Way
T’ain’t Nobody’s Bizness If I Do
N.B. Nel 2005 sono stati pubblicati su disco tre duetti di Diana Ross:
I’ve Got A Crush On You con Rod Stewart, Big Bad Love (registrato nel 1994) con Ray Charles) e When You Tell Me That You Love Me con il gruppo Westlife.